Pubblicità: credito d’imposta del 50% fino al 2022

 

le informazioni sul Covid 19 e gli incentivi economici per la pubblicità sui mass media

L’emergenza Covid-19 ha fatto impennare la domanda di informazione degli italiani

 

La legge di bilancio 2021 (art. 1 comma 608 della L. 30 dicembre 2020 n. 178) proroga fino al 2022 il regime straordinario del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari di cui all’art. 57-bis del DL 50/2017, ma limitatamente agli investimenti sulla stampa. Con il comma 1-quater al citato art. 57-bis, si dispone che, per gli anni 2021 e 2022, il credito d’imposta per investimenti pubblicitari sia concesso nella misura unica del 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche on line, entro il limite massimo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni.

Con il Decreto Sostegni-bis, il regime speciale del bonus pubblicità è stato esteso anche agli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti radiofoniche e televisive. A seguito delle modifiche intervenute è prevista una nuova finestra temporale per la comunicazione per l’accesso al beneficio, che si aprirà dal 1° al 30 settembre 2021.

Nel 2021, possono accedere al credito d’imposta le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che:
– programmano investimenti inferiori rispetto a quelli effettuati nel 2020
– non hanno effettuato investimenti pubblicitari nel 2020
– che inizieranno la loro attività nel corso dell’anno 2021.

Il credito d’imposta varato a maggio 2020

In altri termini, viene prorogato il regime “straordinario” che era stato previsto per il 2020 dall’art. 186 del DL 34/2020, noto come Decreto “Rilancio”, che aveva previsto “l’innalzamento del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari al 50 per cento”, togliendo di fatto i limiti al vecchio Bonus pubblicità, che consentiva di detrarre il 75% dei soli investimenti pubblicitari aggiuntivi rispetto agli investimenti dell’anno precedente.

Una misura di grande interesse per il mondo produttivo e dei servizi, dato che consente di sostenere il rilancio delle attività economiche sfruttando anche l’incremento di visibilità raggiunto dai mass media a partire dall’inizio della pandemia e in particolare da marzo 2020, quando l’audience dei siti di informazione che balzò del 73% (dati Audiweb).

Un trend che non si è interrotto, seppure con numeri più contenuti. Infatti, i nuovi dati Audipress relativi al primo semestre indicano che oltre 7 adulti su 10 hanno letto almeno uno dei principali titoli stampa su carta o in versione digitale in un periodo di 30 giorni.

Sono dati che parlano soprattutto alle aziende, agli studi professionali, agli enti pubblici e privati che hanno frenato gli investimenti in pubblicità e comunicazione causa Covid-19, ma ora hanno a disposizione un incentivo rilevante per tornare a far parlare di sé e accompagnare la ripresa.

Meglio la tv, il web o i giornali?

La scelta dei mezzi su cui autopromuoversi attraverso la pubblicità o l’ufficio stampa, le digital PR o le sponsorizzazioni è naturalmente molto ampia. Il 63% degli italiani per informarsi guarda la televisione e il 48% i giornali online e cartacei (Nomisma), ma ovviamente il taglio dell’investimento cambia considerevolmente se si passa dallo schermo tv ai quotidiani e ai siti di informazione on line.

Un ruolo importante, nel rispondere alla domanda di informazione, spetta anche ai social network: ad oggi in Italia sono 3,7 milioni i contenuti a tema coronavirus condivisi dall’inizio dell’emergenza, su canali quali Twitter, Facebook, Linkedin, Telegram o Tik Tok.

I tempi per cavalcare questi numeri sono maturi.

 

Nota: STAMPA FINANZIARIA.IT è una testata giornalistica registrata e permette di accedere al credito d’imposta del 50% previsto per gli investimenti pubbliclitari fino al 2022.

Per informazioni scrivi a: info@stampafinanziaria.it.

 

Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT .

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