Sabato 3 luglio, al Polo “Zanotto” dell’Università di Verona si è svolta la consegna dei riconoscimenti della quinta edizione del Premio OMI alla miglior Monografia Istituzionale d’Impresa, organizzato dall’Osservatorio Monografie d’Impresa.
L’evento è stato anche l’occasione per una riflessione sull’importanza di preservare la memoria storica delle imprese, perché «la storia è un processo irripetibile e non copiabile», ha spiegato Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa e della Fondazione Pirelli, «e avere questa consapevolezza è un punto di forza per stare sui mercati».
Fare impresa è fare cultura
Per Calabrò, fare impresa è anche fare cultura, perché le imprese producono cultura – i brevetti, la tecnologia, i bilanci sono cultura – e generare relazioni e sviluppo sul territorio. «Come diceva Walter Benjamin, non c’è viaggio che non abbia bisogno di racconto e non c’è racconto che non sia un viaggio e un’impresa è un viaggio, perché è rivolta al futuro. Per questo, l’impresa deve avere il coraggio di raccontarsi, sapendo che questo vuol dire aprirsi allo sguardo esterno, che può essere anche critico, ma vuol dire anche dare voce a quella dimensione specifica della crescita rappresentata dal fare fabbrica e fare lavoro».
«Le monografie d’impresa rappresentano la congiunzione tra passato e futuro e la longevità è un valore se collega l’apertura al mondo e le radici dell’impresa, la tradizione e l’innovazione», ha detto Paolo Tosi, vicepresidente della Camera di Commercio di Verona, partner storico dell’Osservatorio monografie d’impresa.
Dello stesso tenore, l’intervento del professor Federico Brunetti, docente di Economia aziendale all’Università di Verona, che ospita la sede e i quasi 1000 volumi dell’archivio dell’Osservatorio, al Polo universitario “Santa Marta”, nell’imponente panificio militare asburgico di Verona: «La monografia non è soltanto uno strumento di comunicazione ma anche di identità, perché consente di dire cose sull’impresa che altrimenti non si possono spiegare. Fa affiorare all’esterno un mondo che altrimenti resta all’interno degli stakeholder delle singole imprese».
Andrea Montorio, fondatore di Promemoria Group e creatore del Festival Archivissima, ha spiegato come gli archivi aziendali, che stanno alla base delle monografie e dei musei d’impresa, si sono evoluti nel tempo, passando da una logica di conservazione e accumulo di tutti i materiali aziendali indistintamente, tipica degli anni Settanta, a un’ottica più strategica, che considera l’archivio come un investimento finalizzato a mettere a sistema il patrimonio storico, gli asset e il know how aziendale.
Le monografie d’impresa oltre l’autocelebrazione
Mentre Giovanna Maggioni, già Direttrice dell’associazione degli investitori pubblicitari-Upa e Presidente di AudiOutdoor, oltre che membro della giuria del Premio, «oggi la comunicazione non serve soltanto per vendere o per acquisire notorietà, ma ha una funzione di coinvolgimento totale dei consumatori e degli utenti e la stessa monografia d’impresa è uno strumento di comunicazione, che deve però darsi obiettivi precisi e misurabili. Perché se resta uno strumento autocelebrativo finisce per non comunicare nulla all’esterno. Al contrario, le monografie possono raggiungere obiettivi di comunicazione che vanno molto al di là dell’autocelebrazione, perché la storia impresa è storia del territorio: le imprese prendono le conoscenza dalla cultura del territorio, la sviluppano e la restituiscono al territorio con il loro racconto».
Al termine del dibattito, la consegna dei premi alle imprese vincitrici – Corraini Edizoni per Fila-Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, la veronese Dolci Colori e la veneziana Mavive – e delle sei menzioni speciali.
Il Premio OMI, giunto alla quinta edizione, è indetto ogni due anni dall’Osservatorio Monografie d’Impresa, che da un decennio si dedica a raccogliere, recensire e archiviare le pubblicazioni che tratteggiano i ritratti di imprese e organizzazioni italiane. Tra i partner del Premio vi sono Regione del Veneto, Università di Verona, Istituto Universitario Salesiano IUSVE, Accademia di Belle Arti di Verona, Dipartimento CoRis La Sapienza Università di Roma, Hub for Heritage dell’Università dello Hertfordshire (GB), Camera di Commercio di Verona, UPA-Utenti Pubblicitari Associati, Assocarta, AIMSC-Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta, Ascai, Ferpi, UNA-Aziende della Comunicazione Unite, StampaFinanziaria e Montegrappa-strumenti per la scrittura.
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione news di StampaFinanziaria, agenzia di comunicazione e ufficio stampa.
StampaFinanziaria realizza anche libri e monografie d’impresa attraverso la sua divisione editoria aziendale ed è partner tecnico dell’Osservatorio Monografie d’Impresa dal 2014.