“Nel contesto macroeconomico attuale manteniamo la nostra visione prudente sui mercati perché vediamo ancora il rischio che le politiche monetarie restrittive continuino a influenzare la crescita economica nei prossimi mesi. È l’analisi di Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. “In portafoglio rimaniamo complessivamente sovrappesati sui titoli finanziari, mentre siamo fuori dal settore dei servizi di pubblica utilità a causa del peggioramento dello scenario dei prezzi dell’energia. Siamo più prudenti sul lusso nel breve termine dopo la forte corsa dei titoli Ytd e abbiamo preso parzialmente profitto dal nostro posizionamento nell’Energia. Manteniamo un posizionamento selettivo sugli industriali e un’esposizione alle infrastrutture”.
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In Italia sono attraenti le mid-small cap

Buon momento per l’equity

I mercati azionari globali hanno chiuso il mese di marzo in territorio positivo, grazie ai segnali dovish (cioè a mantenere bassi i tassi) delle banche centrali, alla presenza di liquidità sui mercati, al significativo aumento delle probabilità di uno scenario “Goldilocks” caratterizzato da una crescita più forte del previsto e, in una certa misura, al boom dell’intelligenza artificiale. A nostro avviso, il mercato statunitense continua a prezzare con eccessivo compiacimento uno scenario in cui il rialzo sincronizzato delle banche centrali di circa 500 pb per frenare l’inflazione non porterà a evidenti danni macroeconomici o alle aspettative di una crescita degli utili strutturalmente più elevata, come indicato dalla compressione dei premi di rischio e degli spread di credito. Il mercato azionario sarà quindi vulnerabile nei prossimi mesi se la crescita economica dovesse deludere o in presenza di un’inflazione più resistente, mentre riteniamo leggermente meno in uno scenario in cui la Fed mantenga i tassi più alti per un periodo più lungo a causa del continuo aumento del debito pubblico statunitense.
La mediana dei partecipanti al Fomc (Federal Open Market Committee) ha confermato tre tagli dei tassi di interesse per quest’anno, anche se ora con un percorso più leggero di tagli nel 2025 e 2026 rispetto all’ultima previsione di dicembre. Tuttavia, il messaggio complessivo del presidente Powell è stato accomodante, con una posizione rilassata sull’aumento dell’inflazione a gennaio e febbraio. Pertanto, a meno di sviluppi sfavorevoli sull’inflazione, il piano per iniziare a tagliare i tassi da giugno sembra probabile. Nel caso della Fed, il mercato prevede un taglio dei tassi di circa 75 pb entro la fine del 2024, al 4,58% dal 5,33%. Lo stesso vale per l’Europa, dove il mercato prevede un taglio dei tassi di circa 100 pb entro la fine del 2024 al 3% (primo taglio di 25 pb a giugno con una probabilità dell’86%).

Troppa concentrazione

Le valutazioni del mercato statunitense sembrano elevate, mentre quelle dell’Europa e dell’Italia appaiono molto meno estreme e attraenti soprattutto per le mid-small cap italiane. Un altro fattore da tenere in considerazione è la concentrazione, che sta diventando sempre più elevata sia negli Usa che in Europa. Il gruppo noto come “Granolas” – Gsk, Roche, Asml, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oréal, Lvmh, AstraZeneca, Sap e Sanofi ha raggiunto circa il 25% della capitalizzazione dell’indice Stoxx600 e questo rappresenta un rischio, soprattutto in un momento in cui questa tendenza dovrebbe cambiare direzione. Un altro esempio è l’indice statunitense a media e piccola capitalizzazione Russell 2000, la cui performance ha recuperato da inizio novembre, ma gran parte del contributo è arrivato da un singolo titolo, Super Micro Computer (+254% Ytd), che ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di 59 miliardi di dollari.
“In portafoglio nel campo dei finanziari abbiamo mantenuto il nostro posizionamento su Banca Monte dei Paschi grazie alla valutazione e all’appeal speculativo. Gli altri nomi sono Intesa e Banco Bpm”, sottolinea Scauri. “Lato petrolio abbiamo ridotto la nostra posizione su Tenaris e siamo ancora investiti in Saras. Nella difesa spicca Leonardo, che sta sfruttando tutto il suo potenziale (purtroppo anche aiutato dalla situazione geopolitica) in termini di ritracciamento grazie alle buone azioni messe in atto dal nuovo management. Nel green capex titoli come Danieli e Prysmian beneficeranno di un ciclo di investimenti a lungo termine nei rispettivi settori. Sulla transizione energetica: confermiamo il nostro posizionamento su Prysmian, che beneficia dei grandi piani di investimento per spingere la transizione energetica”.

Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT

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