PROPOSTO DA. LEMANIK
Quale sarà l’impatto del coronavirus sui nostri risparmi? Dopo che l’emergenza ha assunto un’eco globale, le maggiori piazze azionarie hanno accusato il colpo, chiudendo in rosso. Sono bastate poche ore perché però sui listini europei e americani tornasse il segno più. A lungo andare, comunque, l’epidemia di Coronavirus potrebbe diventare un problema per le opportunità di investimento nei mercati asiatici e non solo. Le aziende cinesi, ma anche le società internazionali che operano o che esportano nel paese, potrebbero infatti risentire della situazione.
La Cina è la seconda potenza economica mondiale e il calo dei consumi provocato dal virus potrebbe far calare la crescita economica, dal momento che proprio i consumi costituiscono un motore di crescita fondamentale per le economie in transizione. Il Disney Resort di Shanghai, parco di divertimenti che accoglie ogni anno quasi 12 milioni visitatori, ha chiuso le serrande mentre le autorità di Macao hanno ventilato una prossima chiusura di alcuni casinò. In molti stanno cancellando le prenotazioni per recarsi nella terra del Dragone, proprio in coincidenza con il capodanno locale. Secondo gli analisti della National Australia Bank, il Pil cinese dovrebbe perdere un punto percentuale già nel primo trimestre. Shaun Roache, capo economista di Standard & Poor’s per l’Asia-Pacifico, ipotizza una contrazione del Pil dell’1,2%.
“Le limitazioni degli spostamenti e il clima di preoccupazione generale ridurranno probabilmente il turismo e i consumi interni. In più, assieme alla possibilità di ritardi di un ritorno a livelli di normale produzione industriale, aumenta anche il rischio che la crescita annuale del Dragone scenda al di sotto del 6% nel primo trimestre dell’anno”, ha confermato Azad Zangana, economista e senior strategist di Schroders. Marcel Zimmermann, gestore del fondo Lemanik Asian Opportunity, è invece più realista. “Al momento non siamo ancora in grado di quantificare l’impatto economico sulla Cina e i paesi che la circondano, anche se le misure prese per combattere il virus hanno sicuramente ridotto la crescita economica della regione nel primo trimestre. Sappiamo però che, storicamente, questi impatti sono limitati in un contesto di medio termine. Nonostante l’epidemia del Coronavirus, la nostra view rimane positiva sui mercati emergenti asiatici e ci attendiamo un’ulteriore espansione di quest’area geografica nel contesto globale nel medio periodo”.
Per proteggere i propri risparmi è importante comunque non agire d’impulso: se il proprio portafoglio è pensato in un’ottica di medio-lungo periodo probabilmente non è necessario effettuare disinvestimenti o riallocazioni, se non in minima parte, e una chiacchierata con il proprio consulente finanziario può essere un ottimo antidoto al panico.
Oltre al settore dei viaggi dell’intrattenimento, sono a rischio anche quello del lusso e dell’auto. Uno studio di Rbc Capital mostra l’ampia esposizione di brand come Swatch, Richemont, Burberry, ma anche Kering, Moncler e la galassia Lvmh. Una caduta del 10% dei consumi cinesi nel primo semestre 2020 comporterebbe una diminuzione del 2% dei ricavi delle compagnie legate al lusso e a un calo del 4% dei profitti annuali. Mentre Wuhan, cuore del contagio e attualmente in quarantena, è la capitale cinese dell’automobile, con aziende che impiegano migliaia di addetti e big della componentistica come Bosch e Magneti Marelli che hanno sedi in città. Se la situazione critica dovesse protrarsi e peggiorare, si potrebbe giungere a un blocco nel mondo dell’auto e a lunghi ritardi nelle consegne, con i costruttori automobilistici europei che potrebbero valutare di lasciare il Paese.
Chi non sta vivendo giorni di crisi e sta cavalcando i listini azionari sono invece le società biotecnologiche, per intenderci quelle che stanno lavorando quotidianamente alla ricerca di un vaccino, così come le aziende farmaceutiche e mediche. In generale, però, le scelte degli investitori in questi primi giorni di confusione e scarse informazioni sui reali effetti del Coronavirus sulla finanza globale, si stanno orientando verso il bene rifugio per eccellenza, l’oro. Che ha superato i record degli ultimi anni a 1.580 ed è previsto in ulteriore crescita. E intanto, anche il bitcoin ha fatto registrare un’impennata: sopra i 9mila dollari, come non accadeva da tempo. “Il coronavirus porta con sé un certo quantitativo di paura economica. Al momento la paura che il virus possa diffondersi sta certamente aiutando, e non frenando, la crescita di Bitcoin”, ha sottolineato il trader americano Tone Vays.
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT
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