L'incubo del gas per le imprese

L’incubo del gas per le imprese

 

 

 

 

 

 

PROPOSTO DA: NORDMECCANICA

L’articolo integrale è uscito sul quotidiano La Libertà

L’autunno si annuncia nel peggiore dei modi per il mondo produttivo e Piacenza non fa eccezione. Il solo Consorzio Piacenza Energia consuma 210-220 milioni di chilowattora all’anno per far marciare le nostre imprese. Il tema è nazionale ed europeo e il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi ha detto chiaro e tondo che a fronte dello choc energetico le imprese non reggono e non reggeranno. C’è già chi frena su produzioni a minor valore aggiunto.

Autosufficienza energetica

A livello locale non si possono inventare soluzioni, «la sola cosa che possiamo fare è puntare al massimo sull’autosufficienza energetica, aumentando rinnovabili e fotovoltaico sui tetti delle nostre imprese, spiega Nicola Parenti, presidente del Consorzio – e in effetti tantissimi si stanno muovendo in questa direzione, è la sola tutela, anche le imprese non energivore fanno questo passo. Salvo poi che, una volta realizzati gli impianti «si aspetta anche sei mesi per poterli attivare».

Enel Distribuzione sarà oberata di richieste, ma i tempi tecnici sono poco sostenibili in questa situazione («e ogni giorno si sollecita»). C’è pure chi vorrebbe convertirsi al Gpl, al gas propano, aumentato solo di due o tre volte, ma anche qui le autorizzazioni languono. Tempi biblici per piani di autoproduzione gravati dalla burocrazia. «Abbiamo in campo progetti di impianti sulla logistica, uno per l’eolico sulle colline». Altri timori sono legati alle centrali elettriche lungo il Po in magra, che frenano l’attività. «L’Italia non guarda mai lontano, si ragiona sempre sul breve – argomenta Parenti – e l’Europa ha fatto troppo poco per le politiche energetiche”.

Gli stoccaggi sui prossimi due anni? «Hanno costi altissimi, il gas è aumentato di quindici volte, un bar che pagava tremila euro, oggi ne paga diecimila, la bolletta pesa 4-5 volte in più anche in famiglia. E per noi è difficile mantenere le aziende competitive. In questo momento non si riesce a fare contratti con le multiutility che prendono gas dalla Russia ma non riescono a dare il prezzo fisso, non riusciamo proprio a capire come mai, poi però le multiutility hanno bilanci di miliardari di euro, c’è una speculazione molto forte».

Il commento di Vincenzo Cerciello

Le realtà più energivore, dalle fonderie a chi fa legno a chi fa vetri o cemento, imprese sane, oggi soffrono di più. In generale si finisce per «mangiare le marginalità», non riuscendo a ribaltare i costi sui clienti, si cerca di capire come razionalizzare le produzioni quando l’energia costa meno. Sospensioni delle attività, auto razionamento e cassa integrazione sono dietro l’angolo. Può convenire star fermi. «Ma non si può star fermi». «Forte preoccupazione» Vincenzo Cerciello, vicepresidente di Nordmeccanica e di Confapi Industria Piacenza e delegato sui problemi dell’energia, fa notare, a sua volta, che già da maggio si sono rilevati segnali e ci sono state difficoltà di approvvigionamento da parte di alcune imprese associate. E poi consegne su lunghi tempi, costi elevati. «Siamo comunque riusciti ad attraversare l’estate consumando di meno, ma ora con l’autunno-inverno la situazione si fa difficile e non si sa come sarà scaricata sul mercato». Il pensiero va alle famiglie. E mentre le materie prime che avevano avuto sensibili rincari, quali i metalli, rame, alluminio, stanno un po’ diminuendo, ecco che i costi energetici sono alle stelle e incidono sul costo finale dei prodotti. Impossibile avere prezzi fissi sui consumi energetici.

«C’è molta preoccupazione, le aziende più strutturate e con magazzini appropriati vanno avanti, le piccole potrebbero risentirne in modo drammatico. Già le famiglie cominciano a mettere da parte soldi perché non sanno quanto pagheranno di gas quest’inverno, l’economia potrebbe regredire». E in Europa, sottolinea Cerciello, da un anno e mezzo la situazione è incerta, si navigava a vista, ma dopo la guerra russo-ucraina «si naviga a giorno e diventa difficilissimo lavorare in questo modo».

 

Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT

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