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Borse, oro ed ETF. Dove conviene investire nel 2025?

Sono tanti gli strumenti finanziari a disposizione degli investitori e ognuno con i suoi punti deboli e i suoi punti di forza. Dove conviene guardare nell’anno appena iniziato?

Uno sguardo al mondo dell’economia e un altro a quello politico. Il buon investitore deve tenere bene a mente questi due mondi, non poi così distanti a dire la verità. L’economia influenza la politica, la politica decide le sorti dell’economia. E se c’è una politica (e un’economia) che è in grado di influenzare l’intero globo senza dubbio è quella americana*.

Il peso dell’economia USA

Con l’elezione di Trump infatti arriveranno grandi novità sul mondo della finanza, tra dazi, immigrazione, meno imposte per le imprese e deregolamentazione economica. “Nel breve periodo, i dazi e il controllo sull’immigrazione potranno generare tensioni inflazionistiche – ha spiegato Filippo Casagrande, chief of investments di Generali Investments – mentre la deregolamentazione e, in parte, la fiscalità potranno produrre una spinta all’investimento e, quindi, alla crescita della produttività”.  Ma allora dove conviene investire nel 2025?

Gli strumenti su cui puntare

Secondo gli esperti ci sono interessanti opportunità di investimento nel nostro paese e più in generale in Europa per l’anno che è appena iniziato. I settori a cui guardare sono proprio quelli esposti alle pressioni dell’amministrazione Trump e quelli indirettamente legati ad esso. Il mercato azionario cinese, infatti, potrebbe ricevere benefici dal cambio di guardia del presidente, mentre per quanto riguarda il mondo obbligazionario, invece, i bond dell’Eurozona sono quelli da preferire, vista la loro capacità di offrire rendimenti più interessanti nonostante le non ottime prospettive di crescita. Per questo motivo gli esperti propendono soprattutto verso Bund e Btp italiani, con questi ultimi in particolare che continuano a beneficiare di una situazione politica stabile e dei progressi nell’aggiustamento del bilancio. Occhio, ovviamente, all’inflazione dal momento che se il costo della vita dovesse tornare a salire allora anche le obbligazioni ne risentirebbero. “In uno scenario di ritorno dell’inflazione meglio privilegiare l’economia reale – spiega ancora Casagrande – con l’oro che diventerebbe un importante elemento di diversificazione del portafoglio”.

Grande popolarità, ultimamente, la stanno avendo anche gli ETF, ovvero gli Exchange Traded Funds, ovvero fondi d’investimento a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice di mercato, come il FTSE MIB o l’S&P 500. Questi strumenti finanziari sono quotati in borsa e possono essere acquistati e venduti come normali azioni, offrendo agli investitori un’elevata liquidità e trasparenza. Investire in ETF consente di rispondere a uno dei grandi obiettivi degli investitori: diversificare in maniera rapida e sicura il proprio portafoglio. Ogni ETF, infatti, include un paniere di titoli rappresentativo dell’indice sottostante e presenta costi di gestione generalmente inferiori rispetto ai fondi attivi, rendendoli una scelta efficiente per molti investitori.

La questione cinese e il futuro del dollaro

Il mercato azionario e finanziario dipenderà poi molto anche dalla grande questione del 2025: il futuro del dollaro. Se i rapporti tra Cina e USA dovessero peggiorare, infatti, ci sarebbero alti rischi sul tasso di cambio e quindi sul mercato delle materie prime. È presto però per fasciarsi la testa: il 2025, in fondo, è appena iniziato.

(*) Contenuto proposto da Link Builder Italia