PROPOSTO DA: LEMANIK
“L’attuale market sentiment è ancora di pessimismo estremo, ma ragionando tre mesi avanti riteniamo che la futura narrazione prevalente sui mercati potrebbe essere che il picco dell’inflazione è stato superato, le banche centrali alzeranno ancora i tassi di interesse ma meno aggressivamente rispetto a prima (la Federal Reserve potrebbe passare da aumenti di 75 bps a 25 bps) e l’economia globale si dimostri resiliente, così come gli utili societari. Questo cambio di narrazione può favorire l’equity”. È l’analisi di Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities.
Market sentiment negativo
I mercati azionari globali hanno rimbalzato a ottobre dopo aver riportato una perdita significativa a settembre. L’indice MSCI World è aumentato del 6.1% in euro. Il rimbalzo è stato guidato dalle aspettative che le banche centrali globali possano segnalare a breve un rallentamento degli aumenti dei tassi di interesse. La stagione degli utili è stata difficile per le società tecnologiche. Un tema comune sono stati ricavi resilienti ma costi operativi e investimenti tecnici in aumento. Questi trend dovrebbero migliorare in quanto la maggior parte delle aziende tecnologiche ha annunciato piani di taglio costi e di riduzione degli investimenti che ci si aspetta migliorino utili e cash flow.
L’attuale market sentiment è ancora di pessimismo estremo. Alta inflazione, tassi di interesse in aumento, geopolitica e lockdown in Cina hanno frenato l’umore degli investitori. Senza dubbio, il motore principale del mercato nel 2022 è stata l’inflazione e il suo impatto sui tassi di interesse. Un sostenuto rally dei mercati richiederebbe quindi un miglioramento dei dati sull’inflazione o un segnale chiaro dalla Federal Reserve che la fase più acuta della stretta monetaria abbia raggiunto il suo picco.
Cambio di narrazione sui mercati?
La narrazione oggi sui mercati è la seguente: le banche centrali sono in ritardo e dovranno aumentare ancora di molto i tassi per contenere l’inflazione; tale aumento dei tassi di interesse causerà necessariamente una recessione globale; la recessione frenerà gli utili societari; i mercati correggeranno ulteriormente. Pur comprendendo le preoccupazioni del mercato, ci sono segnali importanti che l’inflazione possa iniziare a raffreddarsi, tra cui il prezzo delle commodity in discesa, i costi dei trasporti più bassi, il rallentamento del mercato immobiliare e il miglioramento delle filiere di approvvigionamento.
Ragionando tre mesi avanti, riteniamo che questa narrazione possa cambiare in direzione di un superamento del picco dell’inflazione, di un atteggiamento meno aggressivo delle banche centrali sui tassi di interesse (la Federal Reserve potrebbe passare da aumenti di 75 bps a 25 bps) e di una maggiore resilienza dell’economia globale e degli utili societari.
“La transizione dalla narrazione attuale a quella ipotizzata futura dovrebbe supportare i mercati azionari”, conclude Garbarino. “Inoltre, il rapporto prezzo/utili dell’S&P500 è più basso di circa il 25% rispetto ai livelli di inizio anno. Tale contrazione del multiplo indica che i mercati hanno già scontato tante cattive notizie. Anche se è molto difficile individuare i bottom del mercato, riteniamo abbia senso per gli investitori di medio lungo periodo accumulare azioni ai prezzi correnti”.
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT
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