Le infrastrutture come elementi di concept territoriali condivisi e co-progettati. È l’idea centrale dell’articolo di Federica Bosello, Responsabile comunicazione del Porto di Venezia, presentata nel “Libro bianco sulla comunicazione ambientale”, uscito a fine 2020 per Pacini editore e curato da Sergio Vazzoler e Srefano Martello. Bosello parla delle infrastrutture portuali, che concentrano tutte le possibili dinamiche di negoziazione sociale e politica, ma il discorso vale per ogni struttura e impianto di utilità pubblica (benché contestata): dalle strade ai ripetitori, dagli impianti per la produzione di energia alle discariche.
La Corporate social responsibility non basta
Impianti “che vanno a ridurre le pressioni ambientali negative”, ma “incidono in modo rilevante sull’ambiente e sulle comunità che le ospitano”, e per cui le politiche di Corporate social responsibility sono insufficienti, mentre serve costruire relazioni di lungo periodo con tutti gli stakeholder, per riuscire a raccogliere i bisogni e definire risposte in cui “tutti gli attori e le loro funzioni concorrono a raggiungere i medesimi obiettivi condivisi”. Sono questi i sistemi sostenibili secondo l’autrice.
I contenuti del Libro bianco spaziano dalle riflessioni sul ruolo e la formazione di chi si occupa di comunicazione ambientale alle opportunità che questa disciplina offre alle imprese e in particolare a quelle medio-piccole: “Le Pmi impegnate in una comunicazione ambientale efficace e corretta ottengono vantaggi economici e sociali” proprio per la loro vicinanza al territorio, spiega Gloria Milan, comunicatrice e formatrice. I benefici includono un posizionamento distintivo, la riduzione dei rischi finanziari, la spinta all’innovazione e la costruzione di relazioni proficue con il territorio.
Il caso Torino Respira
Infine ci sono i casi concreti: oltre a quello dei porti, ci sono le utilities, il sistema di comunicazione delle agenzie regionali per l’ambiente (Snpa) e l’istruttiva esperienza del comitato Torino Respira. Nato nel 2017, ha saputo mettere in rete le diverse realtà locali impegnate in campo ambientale, le istituzioni, i medici e le scuole, per avviare un processo di “formazione, sensibilizzazione, educazione, advocacy e azione legale” a favore di comportamenti capaci di deflazionare le problematiche ambientali nella città più inquinata d’Europa.
Al di là dai singoli articoli, però, visto che il volume nasce nell’ambito dell’associazione dei professionisti delle relazioni pubbliche (Ferpi), non si può non riflettere su quella che emerge come una chiara stratificazione funzionale dei comunicatori: alla base, il ruolo classico di addetto alla comunicazione, periferico rispetto alla gestione aziendale, e al vertice quello di un “manager dello stakeholder engagement” e quindi, se è vero che sono gli stakeholder a legittimare l’organizzazione, una figura centrale per il governo delle organizzazioni. E forse anche per le analisi di sostenibilità, visto che la G dell’acronimo Esg indica proprio la governance.
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT
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