“L’esaurimento del carry trade dello yen suggerisce che la Fed si trova in una posizione difficile e dovrà presto tagliare i tassi, porre fine al Quantitative tightening ed espandere il proprio bilancio, soprattutto per finanziare il deficit degli Stati Uniti e mantenere sostenibile la situazione fiscale del Paese. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere l’oro un investimento interessante”. È l’analisi di Andrea Scauri, gestore azionario Italia presso Lemanik.
Come stanno i mercati?
I mercati azionari globali hanno chiuso agosto in rialzo, dopo una significativa correzione nella prima settimana del mese (-6%), poi recuperata nella seconda metà del mese. In Europa, i principali indici hanno chiuso il mese con performance leggermente positive, così come negli Stati Uniti, mentre gli indici asiatici sono rimasti deboli a causa dei dati deludenti sulla crescita economica cinese.
La correzione iniziale è stata innescata da diversi fattori: dati macro statunitensi più deboli del previsto, aumentando i timori di una recessione anziché di uno scenario di atterraggio morbido/assenza di atterraggio; liquidazione del carry trade dello yen; preoccupazioni per il rischio geopolitico; sovra-posizionamento su alcuni settori/azioni (AI/tecnologia/crescita/cripto/Magnificent).
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I risultati trimestrali di NVIDIA sono stati solidi e superiori alle aspettative, mostrando un trend sempre positivo per le applicazioni legate all’AI. Successivamente, l’inflazione negli Stati Uniti è aumentata meno del previsto per il quarto mese consecutivo, mentre alcuni dati macroeconomici di agosto hanno indicato un leggero miglioramento rispetto a luglio. Inoltre, il tono dovish del presidente della Fed Powell a Jackson Hole ha rafforzato la convinzione del mercato che la Fed effettuerà il primo taglio alla riunione del FOMC del 18 settembre. In particolare, nel suo discorso a Jackson Hole, Powell ha praticamente confermato un taglio dei tassi a settembre.
I mercati hanno leggermente alzato le aspettative di un taglio dei tassi per il 2024 e il 2025 e ora stimano una probabilità del 35% per un taglio di 50 punti base a settembre, rispetto al 25% precedente al discorso. Powell si è detto fiducioso che l’inflazione sia sulla buona strada per raggiungere il 2% e che non vuole che il mercato del lavoro si raffreddi ulteriormente. Ciò indica che la Fed vede il prossimo ciclo di tagli dei tassi non come una reazione a un marcato rallentamento dell’economia, ma piuttosto come un ritorno al tasso neutrale. Sul fronte delle elezioni statunitensi, i sondaggi attuali mostrano che Harris avrebbe qualche punto percentuale di vantaggio su Trump. Il vero punto interrogativo è se il nuovo presidente sarà in grado di fare “piazza pulita” o meno, per consentire l’attuazione delle varie proposte.
L’indice Bloomberg delle materie prime è rimasto complessivamente stabile nel mese di agosto. Il petrolio è stato debole, in quanto la possibilità di un aumento della produzione da parte dell’Opec in un momento in cui le aspettative sulla domanda rimangono incerte ha compensato il rischio di offerta legato alle tensioni in Medio Oriente. L’oro ha segnato un altro massimo storico, sostenuto dal calo dei tassi di interesse reali, dalla debolezza del dollaro e dalle preoccupazioni geopolitiche. Nonostante la forte performance (+22% da un anno all’altro), continuiamo a considerare l’oro un asset interessante.
Negli ultimi mesi si è registrata una perdita di slancio in Europa e in Cina, causata dall’indebolimento degli indicatori manifatturieri globali. Negli Stati Uniti, la crescita del Pil continua a essere solida, anche se più lenta rispetto agli ultimi trimestri, e la domanda di lavoro ha mostrato segni di rallentamento. Per questomotivo, i prossimi dati macro saranno attentamente monitorati dal mercato.
Verso il soft landing
Il nostro scenario di base rimane un atterraggio morbido, nonostante i segnali di rallentamento. Manteniamo la nostra posizione costruttiva nei confronti delle mid-small cap. L’avvio del ciclo espansivo da parte delle banche centrali, senza un significativo deterioramento del mercato del lavoro e dell’economia, è un elemento positivo, soprattutto per i titoli di qualità e di crescita, che al momento continuiamo a preferire ai ciclici.
“Nel settore finanziario, ci aspettiamo che un contesto di graduale calo dei tassi d’interesse favorisca i titoli asset manager (il nostro preferito è Anima), le società meno sensibili al margine d’interesse (come Mediobanca) e le banche con una quota maggiore di ricavi da commissioni (Intesa)”, sottolinea Scauri. “Manteniamo la nostra posizione sul Monte dei Paschi: il titolo è a buon mercato, sovra-capitalizzato e a nostro avviso con un upside speculativo legato a eventuali operazioni di M&A. Rimaniamo costruttivi sui finanziari, ci siamo riposizionati sulle utilities, siamo molto selettivi sugli industriali e abbiamo iniziato ad acquistare alcuni nomi del lusso”.