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Quanto vendono i giornali italiani?

“Il numero di copie vendute da parte dei giornali italiani è in costante calo, mentre aumenta il peso delle copie digitali nelle vendite totali…”

Gli italiani leggono i giornali? E quanto vendono le testate italiane nel 2025? L’andamento delle vendite e della lettura delle principali testate nazionali continua a riflettere una trasformazione profonda del settore della stampa, guidata dal cambiamento delle abitudini di consumo e dall’avanzata del digitale. C’è una contrazione in atto, ma più della metà degli italiani mantiene una frequentazione attiva con la carta stampata.

Vendite complessive e tendenze dell’anno

Nel primo semestre 2025 la vendita media giornaliera di copie (cartacee e digitali) dei quotidiani monitorati è stata di circa 1,3 milioni, confermando una tendenza al ribasso rispetto agli anni precedenti. Questo dato segna un ulteriore calo rispetto al 2024, quando la media giornaliera era di circa 1,36 milioni di copie. Il decremento percentuale dei principali quotidiani si attesta tra il 10% e il 15%, con La Repubblica che scende a 60.400 copie (-14.3%), La Stampa a 45.500 copie (-12.9%), Il Sole 24 Ore a poco più di 115.000 (-4.5%), mentre Corriere della Sera mantiene la leadership con circa 222.000 copie (-6.26%). Fa eccezione Il Fatto Quotidiano, unico quotidiano tra i big a mostrare segni di crescita nelle vendite individuali. Anche la Gazzetta dello Sport si conferma tra i più letti, con circa 137.000 copie giornaliere.

Il peso del digitale

La ricerca Audipress 2025/II rivela che la stampa mantiene ancora un impatto significativo: nell’ultimo mese 30,8 milioni di italiani (pari al 58,7% della popolazione over 14) hanno letto almeno una testata su carta o digitale. Le copie digitali replica crescono (+3,5%) e raggiungono 7,6 milioni di lettori, segno di una crescente preferenza per l’informazione digitale di qualità, fruibile su dispositivi mobili. Nel solo giorno medio, sono 11,3 milioni coloro che leggono almeno una copia, su carta o in digitale replica, dei principali quotidiani italiani.

La composizione del pubblico digitale comprende più uomini (53,9%) che donne 46,1%, con la fascia d’età più vivace tra i 25–44 anni (35,8%). Il segmento dei giovani (14–24 anni) rappresenta il 15,7% e quello degli over 45 il restante 48,5%. L’integrazione tra carta e digitale è ormai prassi, con modelli commerciali introductory offer e digital first sempre più diffusi, soprattutto tra le testate d’informazione nazionale.

Settimanali e mensili

I settimanali italiani coinvolgono 8,1 milioni di lettori (67,4% donne, 32,6% uomini), mentre i mensili raggiungono 7,2 milioni di lettori (55% donne). La frequenza di lettura dei settimanali si conferma alta nel 51,6% dei casi e quella dei mensili mantiene una quota media del 41,8%, con una diffusione equilibrata tra le diverse fasce d’età.

La crisi strutturale della rete distributiva e la forte concorrenza digitale mettono in difficoltà gli editori tradizionali, costretti a reinventarsi con modelli di abbonamento, pricing innovativi e un sempre maggiore ricorso alle offerte digitali. Per mantenere la redditività e valorizzare l’informazione, l’attività editoriale è sempre più supportata da una strategia continuativa di ufficio stampa e ampio ricorso a soluzioni di brand journalism.

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