Come se la passano i giornali? E soprattutto, come se la passano rispetto a prima? Per rispondere a queste domande, Lelio Simi nella newsletter #Mediastorm ha preso in considerazione i dati ADS del periodo gennaio-dicembre 2023, confrontandoli poi con i due anni precedenti.

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Calano le vendite dei giornali italiani

Meno copie vendute

Nel complesso le 60 teste quotidiane censite da ADS hanno venduto nel giorno medio 1,466 milioni di copie, 132 mila in meno del 2022 (-8%) mentre rispetto al 2023 la flessione è di 255 mila copie medie (-15%). Se confrontati con i dati dei primi sei mesi si registra un lieve peggioramento. Il canale edicola, 1,03 milioni di copie medie vendute, ha perso 126.300 copie nel giorno medio sul 2022 (-11%) e 250 mila copie medie sul 2021 (-19%), una flessione che sembra si sia stabilizzata intorno al 10% anno su anno. Con questa premessa il prossimo anno, con tutta probabilità, sarà quello nel quale il volume di copie vendute nel giorno medio tramite edicola scenderà, per la prima volta, sotto il milione di copie.

Cresce il peso del digitale

Il peso delle copie medie vendute attraverso questo canale (l’unico, ha valore ricordare, a prezzo intero) sul totale delle “vendite individuali” è stato, nel 2023, del 70% ancora (e nettamente) il principale canale di vendita, ma anche questa metrica è in flessione: nel 2021 infatti valeva il 75% dell’intero venduto. Le vendite di copie cartacee per abbonamento (92.600 copie medie) sono ormai residuali — se consideriamo il quadro generale — pesano da anni intorno al 6% sul totale; nel 2023 subiscono un -7% una delle flessioni più contenute degli ultimi anni (probabilmente perché ormai si è molto vicini al punto zero).

Cresce invece il peso delle copie digitali sul venduto complessivo: nel 2023 sono il 23% del totale (341 mila copie medie), nel 2021 questo dato era fermo al 19%, un aumento quindi di quattro punti percentuali in due anni. Ma ovviamente bisogna distinguere tra le copie digitali vendute a un prezzo superiore al 30% di quello intero e quelle vendute tra il 10 e il 30% .

Come ho fatto notare altre volte in Italia la crescita delle copie digitali vendute è dovuto esclusivamente a quelle messe sul mercato a prezzi stracciati, che nel 2023 sono state nel giorno medio 148 mila contro le 193 mila vendute a prezzi superiori al 30%. Le prime registrano una crescita sul 2023 del 4% e del 25% sul 2021, mentre le seconde un -2% sul 2022 e un -7% sul 2021. Ulteriore conferma — se ce ne fosse stato bisogno — che in generale gli editori italiani stanno puntando sugli abbonamenti digitali cheap rimandando ulteriormente la fase (prima o poi comunque necessaria) di conversione verso quelli premium.

Come se la passano i principali giornali

Le prime quattro testate per vendite: Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole 24 Ore e La Stampa, pesano sul volume di venduto dei 60 quotidiani censiti da ADS, per il 34% (comprese anche le copie digitali). Un dato questo del tutto identico anche nei due anni precedenti.

Guardiamo le singole voci di vendita “individuale”: per quanto riguarda le vendite nelle edicole il peso dei top 4 è del 28%, anche questo un dato che si è ormai stabilizzato. Per quanto riguarda gli abbonamenti cartacei il peso dei top 4 è del 18,5% (in totale sommano 16.900 copie medie), la voce con il minor valore.

Per quanto riguarda le copie digitali che, da noi le copie digitali vendute “individualmente” sono per il 58% sui top 4, se a questi aggiungiamo anche Il Fatto Quotidiano, testata particolarmente attiva questa voce di vendita, raggiungiamo il 67%, ovvero quasi 7 copie digitali ogni 10 vendute concentrate in sole cinque testate (su un totale di sessanta).

Anche in questo caso se si analizzano separatamente le due voci fornite da ADS relative alle copie digitali — quelle vendute tra il 10 e il 30% del prezzo intero e quelle al di sopra del 30% — si notano differenze importanti. La vendita di copie digitali che superano il 30% del prezzo intero sono per il 52% concentrate sui “top 4” mentre quelle vendute tra il 10 e il 30% per il 64%. Il Corriere della Sera, a differenza delle altre principali testate nazionali, è riuscito ad aumentare il volume delle copie digitali in entrambe le voci di vendita, pesa per il 22% su quelle vendute a prezzo maggiore e per il 33% su quelle a prezzo più basso.

 

La versione originale dell’articolo si può leggere qui.

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