La carta continua a farla da padrone nell’amministrazione aziendale e solo 28 piccole e medie imprese su 300 hanno digitalizzato tutti i loro processi correlati alla fatturazione. È quanto emerge da un articolo del Corriere del Veneto, che cita i dati di una ricerca di Arket, società di consulenza vicentina specializzata nella trasformazione digitale dei processi aziendali. Resiste il vecchio metodo di stampare le fatture, anche quelle in formato elettronico, e questo si traduce in un grande dispendio di tempo ed energie che potrebbero essere indirizzati a funzioni più evolute.
Il controsenso di stampare le fatture elettroniche
Arket ha intervistato 300 società del Nord Italia e le cifre presentate sul Corriere del Veneto testimoniano che ancora troppi uffici sono legati ai processi manuali e, di conseguenza, faticano ad adottare lo smartworking.
Se la quota di società completamente digitalizzate lato fatturazione è inferiore al 10 per cento, tra le altre, l’85 per cento ha digitalizzato le fatture ma ricorre alla carta per i processi di verifica delle bolle di accompagnamento, mentre il 15 per cento continua a stampare le fatture elettroniche, validarle manualmente e archiviarle sugli scaffali fisici.
Il quieto vivere vince sull’efficienza
Come sottolinea al Corriere del Veneto Paolo Grotto, amministratore di Arket, «Molte aziende continuano a pensare che digitalizzazione significhi acquistare un terminale e disporre della rete, senza che questo sia accompagnato da una trasformazione globale di tutti i processi. Un problema che si riflette anche nell’efficienza lavorativa, dal momento che molto tempo viene sprecato per mansioni che potrebbero e dovrebbero essere completamente automatizzate».
Le resistenze nascono soprattutto da un’organizzazione del lavoro obsoleta e da capiufficio ancorati a vecchie abitudini, che spesso continuano a essere tollerate per evitare conflitti interni.
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT
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