Oggi stiamo vivendo una piccola rivoluzione della sostenibilità, con la materia che ha assunto un ruolo da protagonista nello scenario globale. Istituzioni pubbliche, aziende private e consumatori non possono farne a meno e questo discorso vale anche per il settore finanziario. A partire dal Covid-19, i fondi Esg (Environmental, Social and Governance), cioè attenti alla sostenibilità sociale e ambientale, hanno vissuto un vero e proprio boom. Negli ultimi mesi la curva ha ridotto la sua inclinazione, ma la finanza sostenibile è ancora considerata il futuro. Questo, nonostante un diffuso scetticismo nei suoi confronti, che va da congetture sulla non misurabilità dei suoi criteri al rischio greenwashing, passando per costi e performance dei prodotti.
A rispondere a queste critiche ci ha pensato il Forum per la Finanza Sostenibile, un’associazione no profit nata nel 2001 che promuove la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile e responsabile in Italia. Lo ha fatto con il paper “La finanza sostenibile oltre i pregiudizi”, una sorta di bugiardino di 28 pagine con cui ha smontato uno per uno i dieci falsi miti su finanza sostenibile e fondi Esg, attraverso prove tecniche e scientifiche e facendo ricorso a fonti affidabili e imparziali, casi di studio e best practice. Il paper si può scaricare gratuitamente e leggere qui.
Misurabilità Esg
La valutazione della sostenibilità nelle pratiche di investimento implica la misurazione della performance Esg degli emittenti che fanno parte dei portafogli e dei prodotti di investimento, finanziamento o assicurazione. Il paper replica alle argomentazioni secondo cui la sostenibilità non si riesce a misurare e la finanza sostenibile favorisce il greenwashing, evidenziando piuttosto le sfide ancora aperte, su cui comunque operatori, istituzioni e organizzazioni sono al lavoro.
Le istituzioni europee stanno definendo un quadro di riferimento per contrastare il greenwashing e migliorare la trasparenza sulle questioni Esg. L’obiettivo è aumentare la quantità, la qualità e la comparabilità delle informazioni sulla sostenibilità relative ad aziende, operatori finanziari e prodotti. Nonostante questi sforzi, permangono ancora delle sfide, tra cui un’insufficiente standardizzazione dei dati, lacune nei dati, difficoltà nella comprensione dell’importanza dei temi Esg e potenziali problemi di etichettatura e rating.
il Forum per la Finanza Sostenibile nel paper identifica alcune raccomandazioni generali sul tema. In primo luogo, per potersi definire “sostenibili” è necessario agire in profondità sulla cultura aziendale e sui processi di business: non basta integrare la sostenibilità solo nell’ambito della comunicazione. In secondo luogo, è meglio comunicare meno, ma essere sicuri di ciò che si comunica, a partire da dati affidabili e da solide politiche di sostenibilità.
Costi e profittabilità
Il paper risponde anche alla critica di costi più alti dei prodotti sostenibili, dimostrando che le commissioni in media sono più basse nei prodotti Esg rispetto ai loro omologhi tradizionali. Lo fa citando, tra gli altri, uno studio dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) del 2023.
Nell’analisi, l’Esma rileva che: “i costi sono diminuiti ulteriormente, anche se a un ritmo più lento; sono stati più alti per i fondi transfrontalieri che per i fondi nazionali, soprattutto a causa dell’eterogeneità dei canali di distribuzione e dei costi”. Dall’inizio delle analisi annuali nel 2019 da parte di Esma, le commissioni sui prodotti Ucits (esclusi gli Etf) sostenibili sono più basse in tutte le categorie analizzate.
Per quanto riguarda la performance, che i critici reputano minore nei prodotti sostenibili, il paper mostra inoltre come le cose stiano esattamente al contrario. I fondi Esg sovraperformano nel medio-lungo periodo: eventi inattesi possono avere un impatto sulla performance a breve termine, ma la performance a lungo termine è positiva rispetto ai fondi tradizionali. Il Forum per la Finanza Sostenibile conclude che il rischio Esg contribuisce a ridurre la volatilità imprevista dei portafogli e a ottimizzarne la diversificazione, offrendo così un vantaggio competitivo nella gestione del rischio di portafoglio nel tempo.
Fotografia di: Eco Life
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Questo articolo è stato realizzato dalla redazione di STAMPA FINANZIARIA.IT
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