Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook

 

 

 

 

 

 

 

Sta per nascere una nuova criptovaluta. Si chiama Libra e dovrebbe arrivare nei primi mesi del 2020, portando con sé una vera e propria rivoluzione nel mondo delle monete virtuali. Ma è ancora tutto in forse e dopo mesi di dibattito, può anche essere che Libra rimanga solo un progetto incompiuto.

Libra si baserà su una blockchain, il registro online dove sono annotati e convalidati i passaggi di moneta virtuale tra gli utenti, gestita da un’associazione composta da 28 soggetti, la Libra Association. Facebook sarà uno di questi, a cui si aggiungono realtà come MasterCard, Visa, PayPal, Uber, eBay, Paypal, Spotify, Vodafone. Per conservare Libra, scambiare la criptomoneta ed effettuare pagamenti istantanei bisognerà appoggiarsi a un wallet digitale, chiamato Calibra. Esso sarà integrato con app come Whatsapp e Messenger, ma verrà creata anche un’app apposita. Le transazioni avverranno in modo istantaneo attraverso un click e a gestire il sistema sarà Facebook.

In molti hanno definito Libra il nuovo Bitcoin, la criptomoneta creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto e divenuta oggi punto di riferimento nel settore. Le due realtà presentano però molte differenze. Bitcoin si basa su una blockchain decentralizzata, in cui tutti possono divenire nodi della rete senza che vi sia alcuna autorità centrale. Nel caso di Libra i nodi sono invece formati dalle diverse realtà che gestiscono la blockchain: esse possono anche intervenire a modificare le regole del gioco. Inoltre il valore di Libra sarà ancorato a un paniere di attività che ne garantiranno stabilità e difesa da ogni forma di speculazione, tra cui depositi bancari e titoli di Stato. Si tratterà insomma di una stablecoin, una criptovaluta il cui valore è agganciato ad asset reali. Questo permetterà di ridurre la volatilità che caratterizza le criptovalute tradizionali come Bitcoin, volatilità che spesso diviene una barriera all’ingresso per i piccoli risparmiatori.

L’obiettivo di Libra è quello di proporsi come una valuta globale che permetta alle persone che sono escluse dal sistema finanziario di avere accesso ai servizi bancari di base. Essa agirà ad esempio nel campo delle rimesse internazionali, consentendo al miliardo e passa di persone sprovviste di conto corrente di scambiarsi denaro da una parte all’altra del globo, peraltro by-passando le commissioni bancarie e quelle – spesso molto alte – dei money transfer.

In mezzo a tanta euforia, emergono però diverse perplessità. Dopo gli scandali recenti di utilizzo di dati degli utenti da parte di Facebook, in particolare Cambridge Analytica, vi è il timore che la società di Zuckerberg possa fare lo stesso attraverso i wallet su cui poggerà il sistema Libra. “Le informazioni sull’account e i dati finanziari dei clienti di Calibra non verranno utilizzati per migliorare il targeting delle inserzioni sulla famiglia di prodotti Facebook”, hanno comunque rassicurato dalla Silicon Valley.

Altre perplessità derivano dal fatto che le criptovalute non hanno ancora una regolamentazione univoca e standardizzata. Tra gli aspetti più delicati ci sono allora i controlli antiriciclaggio, in particolare chi li effettuerà e in che modo, così come il rischio che la nuova criptomoneta venga usata per finanziare attività illecite o di terrorismo. Come ha sottolineato Ferdinando Ametrano, direttore del Digital Gold Institute e del Crypto Asset Lab dell’Università Milano-Bicocca, “di positivo c’è che Libra potrebbe smarcare definitivamente la diffidenza verso le cosidette criptovalute ed in generale le forme digitali e private di trasferimento del valore, ponendo fine al “paleolitico” delle transazioni finanziarie lente, costose, costrette in confini nazionali o valutari definiti”.

Proprie questi diversi tipi di perplessità stanno smorzando l’entusiasmo iniziale attorno alla criptomoneta di Facebook. “L’accettazione da parte del mercato di tale valuta è soggetta a significative incertezze. Pertanto, non si può garantire che la Libra o i nostri prodotti e servizi associati saranno resi disponibili in modo tempestivo o addirittura che siano rilasciati”, hanno dichiarato dall’azienda tecnologica della Silicon Valley. Mark Zuckerberg ha comunque provato a togliere le nubi scure all’orizzonte: per lui, Libra vedrà la luce nel 2020 o al massimo poco dopo. Staremo a vedere.